In Toscana addio ai collegi «blindati» E Nardella e Biffoni dicono no a Letta

In Toscana addio ai collegi «blindati» E Nardella e Biffoni dicono no a Letta

In Toscana addio ai collegi «blindati» E Nardella e Biffoni dicono no a Letta


I giorni passano, le certezze del centrosinistra, persino in Toscana, diminuiscono. Nella cartina dei collegi elettorali scompare per la prima volta il rosso acceso, colore che indica i collegi «blindati» alla Camera per Pd e soci alle elezioni del prossimo 25 settembre. È l’ultimo studio pubblicato dall’Istituto Cattaneo, che ha pesato i risultati dei sondaggi attuali con la distribuzione dell’ultimo voto politico, quello delle Europee 2019. Nella mappa che ne risulta, il centrosinistra ha un leggero vantaggio a Firenze e nell’area vasta con Prato e Pistoia, oltre che a Livorno. Per il resto la proiezione dà tutti i collegi come contendibili. Fatta eccezione per Lucca, dove il centrodestra è in vantaggio, e per Massa-Carrara, dove il seggio è dato per «sicuro» alla coalizione Berlusconi-Salvini-Meloni. Al Senato la musica cambia di poco: i seggi sicuri per Enrico Letta e soci sarebbero solo due: quelli di Firenze e quello di Prato-Pistoia-Mugello. Unici baluardi del centrosinistra nella cartina italiana. E pensare che la rilevazione tiene conto di una coalizione che tiene insieme il Partito democratico con il centro di Carlo Calenda e con quello di Matteo Renzi, un’ipotesi ad ora per niente scontata. Anzi, viste le parole dell’ex sindaco di Firenze che ieri ha annunciato di voler correre da solo.

Si capisce bene perché il Nazareno, lunedì, abbia chiesto ai sindaci di Firenze e Prato — gli unici del Pd al secondo mandato nei capoluoghi toscani — di candidarsi, per dare col loro consenso dar maggiori garanzie al partito nei nuovi e più vasti collegi elettorali. Tuttavia Dario Nardella e Matteo Biffoni ieri hanno entrambi declinato l’invito. Entrambi hanno scelto il proprio profilo Facebook per dire no al partito nazionale, spiegando che la loro priorità, al momento, è la conclusione del lavoro iniziato nel 2019 con il loro secondo mandato. «Il mio compito ora è quello di rimanere alla guida di Firenze — spiega Nardella — Ringrazio coloro che mi hanno chiesto di candidarmi al Parlamento, ma il bellissimo lavoro che dobbiamo portare avanti per la nostra città richiede il mio massimo impegno. Apprezzo la generosità con cui molti miei colleghi hanno accettato di candidarsi anche perché in molti casi sono più vicini di me alla scadenza del loro mandato. Da sindaco sarò comunque in prima linea per sostenere il Partito democratico nella campagna elettorale, portando avanti le nostre proposte e scongiurando un successo delle destre populiste. Il segretario Enrico Letta ha ribadito anche oggi il ruolo fondamentale dei territori e dei sindaci in questa sfida. È una grande opportunità per l’Italia. Dobbiamo essere tutti pronti e uniti. Porteremo ancora una volta in alto la voce di Firenze e della nostra comunità!».


Toni simili per Biffoni: «Amo Prato, la mia città e — ha scritto — voglio rimanere a fare il sindaco. Sono sempre stato a disposizione della mia comunità e ringrazio i tanti che anche in questi giorni mi hanno chiamato, scritto, incontrato dimostrandomi ancora una volta fiducia e stima. Non ho nessuna intenzione di candidarmi in Parlamento: io non me la sento di lasciare la città ora, perché ho un impegno con la mia comunità e molto ancora da fare e perché questo è il mestiere più appassionante che io possa svolgere. Ovviamente sarò presente e a disposizione per la campagna elettorale per affermare le ragioni del mio partito, proporre una agenda utile al Paese, lottare per le riforme tanto attese e arginare questa destra populista e sovranista».

Il dibattito sul partito dei sindaci (e sul suo peso) è sempre vivo all’interno del centrosinistra. Oggi Letta dovrebbe rivedere i sindaci in un’ulteriore incontro per dei chiarimenti, mentre ieri ha avuto un faccia a faccia con il primo cittadino milanese Beppe Sala, che nell’ottica di una coalizione è uno dei nomi che ballano nel novero dei possibili candidati premier. «Non credo al partito dei sindaci come un soggetto autosufficiente. Spero che ci sia semmai — spiega a questo proposito Biffoni, che è anche presidente di Anci Toscana — un partito che ascolta però le nostre istanze».

Continua dunque la rincorsa del centrosinistra alle candidature, anche se molto dipenderà dall’assetto finale delle alleanze. Di sicuro, si sa da ieri che non sarà della partita Laura Cantini, democratica eletta alla Camera dei Deputati nell’Empolese all’ultima tornata. «Prima che inizi la campagna elettorale vera e propria — spiega la deputata uscente anche lei attraverso un post — volevo ringraziare il Partito democratico per avermi dato tante opportunità di servire il mio Paese e le istituzioni che lo rappresentano. Ora è venuto il tempo per me di lasciare, non la passione politica, quella fa parte della mia vita! Tornerò con piacere a viverla da semplice militante così come ho fatto per 25 anni prima di essere chiamata a fare il sindaco di Castelfiorentino».

27 luglio 2022 | 06:54

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, 2022-07-27 04:54:25 ,

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